Uno dei tanti appellativi con cui viene chiamata la mamma di Gesù da parte della Chiesa Cattolica è Madonna del Pilerio, protettrice della Città di Cosenza e dell’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano.
La sua icona, risalente al XII secolo è Custodita nel Duomo di Cosenza, elevato a Santuario della Madonna del Pilerio dall’arcivescovo Dino Trabalzini. Tante sono le etimologie da cui potrebbe derivare il nome. Secondo l’etimologia greca, “Madonna del Pilerio” starebbe per “Madonna del Velo di Lana Rossa, mentre secondo l’etimologia latina starebbe per “Madonna del Pilastro”, come Nostra Signora del Pilar.
Protettrice nelle pestilenze
Secondo la tradizione il culto risale al 1576, anno in cui la città di Cosenza venne colpita dalla peste, facendo innumerevoli vittime. Sempre secondo la leggenda si narra che un uomo mentre pregava all’interno del Duomo la Sacra Effige, si accorse che, si era formata sul volto della Madonna un come una piaga. Allertato il Vicario la voce si sparse subito nella popolazione. Questo evento fu interpretato come volontà della Vergine di accollarsi la malattia per liberare la popolazione. Nei mesi successivi la peste dapprima regredì per poi scomparire definitivamente. Durante il tempo tanto furono i pellegrini che andarono ad onorarla.
Il terremoto del 1973
Nel 1973 Cosenza fu colpita da un violento terremoto, e subito si notò sul volto della Madonna un altro segno, che scomparì una volta passato il pericolo. Nel 1984 la Madonna del Pilerio nel Duomo di Cosenza accolse un importante pellegrino, Giovanni Paolo II il cui pontificato fu contraddistinto dalla devozione filiale alla Madre di Dio. Nel 1988 venne proclamata Patrona Principale dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, confermandone il titolo di “Patrona della Città di Cosenza” da Mons. Dino Trabalzini.
La festa degli innamorati è una delle più attese dell’anno. San Valentino è infatti un simbolo universale al quale ricorrono tutte le persone che hanno l’amore nel cuore. Spesso gli innamorati cercano luoghi esotici dove portare il proprio partner o gesti eclatanti per dimostrare il proprio amore. In realtà l’amore è un sentimento gratuito e può bastare una romantica passeggiata per far vedere quanto teniamo a una persona. Noi di “Noi calabresi che..” abbiamo selezionato i posti più romantici e le leggende più struggenti della nostra regione, così che possiate sorprendere la persona che vi fa battere il cuore e sussurrarle “ti amo”.
1 – Vico dei baci ad Aieta
Vico dei baci ad Aieta
«Il bacio è un apostrofo rosa tra le parole “t’amo”». Cosa c’è, infatti, di meglio del baciare la persona amata? Farlo in uno dei borghi più romantici della Calabria! Forse non tutti sanno che nella nostra regione ci sono ben due “vicoli dei baci”, uno ad Aieta e uno a Pizzo. Si tratta di vicoli così stretti che due persone per passeggiarci insieme devono per forza abbracciarsi fino a baciarsi. Quello di Aieta si trova nel centro storico del piccolo paesino tirrenico ed è oggetto di visite da parte di tutti gli innamorati del comprensorio.
2 – Vicolo dei baci a Pizzo
Vicolo dei baci a Pizzo
Il vicolo dei baci di Pizzo ha dietro una storia molto romantica. È infatti nato dall’idea di Mimmo Pacifico, presidente dell’associazione culturale “Carta canta”, per rilanciare la città dal punto di vista turistico, che ha scelto di intitolare proprio la scalinata di corso San Francesco come vicolo del bacio poiché proprio su questa scala ha dato il primo bacio alla moglie, nel 1968. La scalinata è stata adornata con foto e immagini dei baci più famosi del cinema, della letteratura e delle canzoni e si spera che possa attrarre coppie di innamorati giovani e meno giovani.
3 – Spiaggia degli innamorati a Squillace
Squillace
Anche se non è estate, e anzi proprio perché non lo è, una passeggiata in spiaggia è sempre un must del romanticismo. Se volete il massimo, vi consigliamo di portare il vostro partner alla Spiaggia degli innamorati di Squillace. Secondo Omero, infatti, il golfo di Squillace fu il teatro del colpo di fulmine tra Ulisse e Nausicaa, incipit dell’Odissea.
4 – Le relique di San Valentino a Belvedere Marittimo
Le reliquie di San Valentino
Forse non tutti sanno che le reliquie di San Valentino si trovano in Calabria, precisamente nel Convento di San Daniele dei Padri Cappuccini a Belvedere Marittimo. Si trovano lì dal 1710 come attestato da una lettera, conservata nello stesso Convento e autenticata dal notaio Francesco La Regina. Le reliquie, consistenti in un’ampollina col sangue del martire S. Valentino e in un’urna di legno contenenti le ceneri del suo corpo, sono state donate dal cardinale Gaspare del Carpine, vescovo di Sabina, al sig. Valentino Cinelli il 26 maggio 1700 e, successivamente (il 27 maggio 1710) furono donate da un certo Francesco Cipollina al rev. padre cappuccino Samuele da Belvedere.
5 – L’albero dell’amore a Campotenese
Albero dell’amore nel Parco della Lavanda a Campotenese
Nel famoso Parco della Lavanda a Campotenese c’è un luogo particolare anche per gli innamorati. Si tratta dell’albero dell’amore, addobbato con cuori e frasi romantiche. L’ideale per dare un bacio alla persona del cuore tra il profumo della lavanda.
6 – Tunnel degli innamorati a Catanzaro
Tunnel degli innamorati
Il Parco della Biodiversità Mediterranea di Catanzaro è una meta interessante per le tante specie botaniche che ospita ma anche per il tunnel degli innamorati. Si tratta di un passaggio su di un viale alberato, completamente coperto dalla vegetazione. Un luogo mozzafiato dove il profumo della natura si mescola a quello della persona amata.
7 – Belvedere di Romeo e Giulietta a Catanzaro
Belvedere di Romeo e Giulietta
Sempre al Parco della Biodiversità Mediterranea di Catanzaro, oltre al tunnel degli innamorati, è possibile passeggiare anche sul romantico Belvedere di Romeo e Giulietta. Si tratta di un’area verde, fornita di panchine, dalla quale ammirare un bellissimo e suggestivo panorama.
8 – Scilla e la sua leggenda
Scilla
Oltre ad essere un splendida e rinomata località marittima Scilla è sede di una delle leggende più romantiche della storia dell’umanità. All’inizio Scilla era una ninfa dagli occhi azzurri, figlia di Forco e Ceto. Scilla viveva in Calabria ed era solita recarsi sulla spiaggia di Zancle e fare il bagno nell’acqua del mare. Una sera, vicino alla spiaggia, vide apparire dalle onde Glauco, che un tempo era stato un mortale, ma oramai era un dio marino metà uomo e metà pesce. Scilla, terrorizzata alla sua vista, si rifugiò sulla vetta di un monte che sorgeva vicino alla spiaggia. Il dio, vista la reazione della ninfa, iniziò ad urlarle il suo amore, ma Scilla fuggì lasciandolo solo nel suo dolore. Allora Glauco si recò dalla maga Circe e le chiese un filtro d’amore per far innamorare la ninfa di lui, ma Circe, desiderando il dio per sé, gli propose di unirsi a lei. Glauco si rifiutò di tradire il suo amore per Scilla e Circe, furiosa per essere stata respinta al posto di una mortale, volle vendicarsi. Quando Glauco se ne fu andato, preparò una pozione malefica e si recò presso la spiaggia di Zancle, versò il filtro in mare e ritornò alla sua dimora. Quando Scilla arrivò e s’immerse in acqua per fare un bagno, vide crescere molte altre gambe di forma serpentina accanto alle sue, che nel frattempo erano diventate uguali alle altre. Spaventata fuggì dall’acqua, ma, specchiandosi in essa, si accorse che si era completamente trasformata in un mostro enorme ed altissimo con sei enormi teste di cane lungo il girovita, un busto enorme e delle gambe serpentine lunghissime. Secondo alcuni dalla vita in su manteneva il corpo di una vergine, mentre per altri possedeva sei teste serpentine altrettanto mostruose. Per l’orrore Scilla si gettò in mare e andò a vivere nella cavità di uno scoglio vicino alla grotta dove abitava anche Cariddi.
9 – Altomonte
Altomonte
Lo splendido borgo di Altomonte è divenuto negli ultimi anni la meta preferita dai novelli sposi per coronare il loro sogno d’amore. Merito soprattutto della meravigliosa Chiesa di Santa Maria della Consolazione, situata nel centro storico del piccolo borgo montano. L’edificio sacro rappresenta il massimo esempio di architettura sacra gotico-angioina presente in Calabria, con un bellissimo rosone a sedici raggi sulla facciata, un campanile maestoso, le pietre di cui è composto portano tutti i segni del tempo trascorso.
10 – Scoglio della Regina ad Acquappesa
Scoglio della regina
Lo Scoglio della Regina di Acquappesa è una formazione rocciosa molto suggestiva, ma lo è ancor di più la leggenda che avvolge questo luogo incantato. Secondo i racconti tramandati di generazione in generazione, infatti, lo scoglio dovrebbe il suo nome, molto particolare, alla sosta – propiziata da una provvidenziale tempesta – che proprio lì fece la regina Isabella di Francia, moglie del re d’Inghilterra Edoardo II. Nei primi anni del 1300, infatti, pare che la coppia reale si sia fermata presso quello scoglio e la regina, da tempo desiderosa di un figlio che stentava ad arrivare, abbia fatto un bagno nelle calde acque sulfuree, sorgenti dalle sovrastanti colline rocciose delle Terme Luigiane, e sarebbe rimasta in attesa del figlio desiderato.
Come da regolamento, sul gruppo non approviamo contest. Ma, eccezionalmente, viste le tante richieste che ci sono pervenute (giustamente), vi invitiamo a votare, il Platano Orientale Millenario Monumentale che si trova a Curinga (CZ), detto “Il gigante buono”, come “Albero Europeo 2021”. Si potrà votare fino al 28 Febbraio.Aiutiamo la Calabria ad avere questo importante riconoscimento! Per semplificare il tutto, vi inviamo la semplicissima procedura passo dopo passo per votare:
2. una volta entrati cliccare sulla seguente dicitura: “Per sostenere il Platano di Curinga nel mese di febbraio 2021 CLIKKA QUI”;
3. successivamente si aprirà una nuova schermata dove dovrete cliccare attraverso una spunta sull’Albero in questione, mettendo una seconda spunta su un altro albero (sceglietene uno a caso);
4. poi vi chiederà di votare: “votate”;
5. inserite la spunta “non sono un robot”, cliccando le immagini che vi propone;