Qual è la maschera di carnevale tipica della Calabria?

Nella Commedia dell’Arte ogni Regione italiana aveva una sua maschera tipica

La Commedia dell’Arte era una forma di spettacolo nata in Italia nel 1500. Da essa sono scaturite tutte quelle “maschere” tipiche del teatro tradizionale che vengono utilizzate a Carnevale. Tra le più famose ci sono sicuramente Arlecchino, maschera di origine bergamasca, Pulcinella, maschera partenopea, e Balanzone, di origine bolognese. Siccome la Commedia dell’Arte era uno spettacolo itinerante, gli attori viaggiavano per tutta la penisola e avevano una maschera per ogni zona nella quale si trovavano a recitare. Per questo anche la nostra regione aveva un personaggio tutto suo. Vediamo dunque qual è la maschera di Carnevale tipica della Calabria.

La maschera di Carnevale calabrese

La maschera di Carnevale tipica della Calabria è Giangurgolo. Una maschera che porta sul volto una maschera rossa arricchita da una naso di cartone, sul capo un cappello a forma di cono. Indossa un colletto alla spagnola arricciato, un corpetto a righe rosse e gialle, calzoni sempre rossi e gialli fin sotto il ginocchio, calze bianche o, ancora, rosse e gialle ed un cinturone al quale è appesa una lunga spada che usa reiteratamente con chi è più debole ma che resta puntualmente penzoloni di fronte a chi potrebbe suonargliele.

Le origini della maschera di Carnevale Calabrese

La maschera sarebbe nata da una persona realmente esistita a Catanzaro. Secondo tale opinione, dal punto di vista etimologico Giangùrgolo significherebbe “Gianni l’ingordo”, per la sua caratteristica distintiva: l’ingordigia. La sua storia inizia nel convento delle Suore di Santa Maria della Stella, dove nacque il 24 giugno 1596. Il nome deriverebbe da Giovanni, in onore del Santo del giorno del suo ritrovamento. La leggenda narra che nei boschi egli cerca di salvare uno spagnolo aggredito da briganti, che nonostante tutto muore. In segno di riconoscenza però in punto di morte nomina Giovanni suo erede, consegnandogli, oltre alle sue ricchezze, una lettera che contiene il modo per salvare la città. Allora Giovanni tramuta il suo nome in Alonso Pedro Juan Gurgolos, in onore dello spagnolo, ed inizia la sua personale lotta contro l’occupazione spagnola. Giovanni si organizza con un carrozzone da teatro col quale, insieme ad alcuni suoi amici, propone spettacoli satirici incitando il popolo alla rivolta. Una condanna a morte lo costringerà a trasferirsi in Spagna, ma successivamente, tornato a Catanzaro, ritrova l’amico di teatro Marco, malato di peste, e per un abbraccio tra i due la malattia viene trasmessa anche a Giangurgolo che muore.

Il carattere della maschera di Carnevale calabrese

Dai suoi atteggiamenti, dal suo modo di parlare, Giangurgolo appare come il tipico signorotto ricco, gradasso, spaccone, spavaldo, come colui che esige rispetto senza darne in cambio dalle persone più umili e assumendo, di contro, davanti a chi può rappresentare un pericolo o una minaccia, atteggiamenti di riverenza e umiltà rasenti alla sottomissione e sempre ruffiani ed adulatori. Nell’approccio con le donne riesce a mettere da parte i suoi lati grotteschi facendo sfoggio di una erudizione barocca, artificiosa, finendo però sempre deriso e sbeffeggiato soprattutto a causa del suo aspetto fisico. Caratteristica divertente; dice così tante bugie che nel tempo ci crede anche lui.

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