“Per intercessione di San Biagio, Vescovo e Martire il Signore ti liberi dal mal di gola e da ogni altro male”.
Con questa formula viene impartita la benedizione ai fedeli, incrociando due candele appoggiate sulla gola.
Il rito fa riferimento ad uno dei tanti miracoli, operati dal Santo, e nello specifico, alla liberazione da una spina o da una lisca di pesce conficcata nell’ esofago di un bambino.
Molto venerato dai cristiani d’Oriente e d’Occidente, Biagio di Sebaste, noto come San Biagio, visse tra il terzo ed il quarto secolo a Sebaste in Armenia.
Fu prima medico e poi Vescovo della città. A causa della sua fede venne imprigionato per poi essere processato, dai romani.
Durante il processo si rifiutò di rinnegare il suo credo e perciò fu condannato al supplizio con pettini di ferro che lacerarono il suo corpo per poi essere decapitato.
Le sue spoglie mortali furono dapprima custodite a Sebaste, successivamente nel 732 una parte di quelle spoglie, vennero imbarcate da alcuni cristiani armeni in viaggio verso Roma.
Ma, durante il tragitto, furono colti da un naufragio nel Mar Tirreno al largo di Maratea, nella vicina Basilicata.
Le sue reliquie vennero portate in una Chiesa su di un’ altura che poi venne chiamata Monte San Biagio.
Nel 1963 dinanzi la Basilica, venne eretta la grande statua del Cristo redentore.
Alcuni fedeli hanno riscontrato nella Basilica intitolata al Santo, un liquido giallastro considerato prodigioso e chiamato “manna celeste”.
Attualmente ci sono anche altre località che vantano di possedere un frammento del corpo del Santo. Per chi non lo sapesse, questo è dovuto, all’antica usanza di distribuire le parti delle reliquie dei Santi per soddisfare le richieste dei fedeli.