I calabresi saliti al soglio pontificio nella storia sono ben dieci
Non tutti sanno che la Calabria ha dato alla Chiesa Cattolica ben dieci papi e addirittura anche un antipapa. Alcuni di loro sono diventati anche dei santi e tutti hanno lasciato il segno nella storia cristiana sin dai suoi albori. Il papa calabrese, infatti, è stato San Telesforo da Thurio, l’attuale Terranova da Sibari, eletto nel 125 d.C., ai tempi dell’imperatore Adriano, e morto nel 136. Nel suo pontificato San Telesforo ha portato importanti innovazioni liturgiche. Si devono a lui, infatti, l’istituzione della “messa di mezzanotte”, della “liturgia dell’aurora” e della “liturgia della terza ora” a Natale, della celebrazione della Pasqua di domenica, del digiuno durante la Quaresima, e del canto del Gloria in excelsis Deo, secondo alcuni composto proprio da Telesforo.
I primi papa calabresi
Il secondo papa calabrese fu Sant’Anterio da Petilia, l’attuale Strongoli. Sant’Anterio fu il ventesimo successore di Pietro. Il suo pontificato durò poche settimane. Infatti fu eletto il 21 novembre 235 e morì il 3 gennaio 236. Il successivo papa calabrese fu San Dionisio da Thurio, eletto il 22 luglio 259 e morto il 26 dicembre 268. Dionisio fu un fine teologo impegnato nella lotta contro le eresie e in particolare contro il Sabellianismo che negava la Trinità. Quarto papa nato in Calabria fu Sant’Eusebio da Casegghiano, una città vescovile vicino al castello di San Giorgio a Morgeto in Provincia di Reggio Calabria. Pontefice per pochi mesi (dall’aprile all’ottobre 309), Sant’Eusebio fu deportato in Sicilia per ordine dell’imperatore Massenzio per porre fine alla disputa che lo stesso Sant’Eusebio aveva con i Novazionisti.
I papa calabresi dal quinto secolo
Il quinto secolo si apre con l’elezione di un papa calabrese. Si tratta di San Zosimo da Reatio Mesurgo, l’attuale Mesoraca in Provincia di Catanzaro. Eletto il 18 marzo 417 e morto il 26 dicembre 418, Zosimo prese una posizione decisa nella disputa che si protraeva in Galliasulla giurisdizione della sede di Arles su quella di Vienne, prendendo una energica decisione in favore della prima, ma senza riuscire ad appianare la controversia. Dopo Papa Zosimo la serie di papi calabresi si interrompe per oltre due secoli. Infatti Sant’Agatone da Reggio Calabria viene eletto papa solo nel 678 risultando essere l’ottantesimo pontefice dopo San Pietro. Alla sua morte, avvenuta il 10 gennaio 681, viene eletto papa un altro reggino: San Leone II da Reggio Calabria. Grazie all’opera di Leone II venne stabilita definitivamente, per editto imperiale, la dipendenza della sede vescovile di Ravenna da quella di Roma.
Nell’ottavo secolo ancora Papa nati in Calabria
All’inizio dell’ottavo secolo, invece, viene eletto papa Giovanni VII, originario di Rossano, il primo Papa figlio di un funzionario bizantino. Uomo eloquente, erudito e dotato di sensibilità artistica, compose un’epigrafe in versi in ricordo del padre e fece erigere un monumento commemorativo per i genitori con un’iscrizione toccante e molto umana. Eletto il 1 marzo 705, morto il 17 ottobre 707. E’ l’87° papa dopo San Pietro. Dopo di lui ci furono altri due papa calabresi: San Zaccaria da Siberene e Stefano III da Reggio Calabria. San Zaccaria era nato a Siberene, l’odierna Santa Severina in provincia di Catanzaro. Eletto il 10 dicembre 741, morto il 22 marzo 752, durante il suo pontificato furono tanti i suoi interventi a difesa della Chiesa e della Fede cristiana. Infatti denunciò la lotta iconoclastica dell’imperatore Costantino V Copronimo costringendolo al ritorno del culto delle immagini. Stefano III da Reggio Calabria, invece è stato l’ultimo papa calabrese. Nato a Santo Stefano d’Aspromonte, è stato eletto il 7 agosto 768 ed è morto il 24 gennaio 772. Da ricordare, durante il suo pontificato, il concilio Lateranense del 769 che confermò la possibilità per i cristiani di essere devoti alle icone.
L’antipapa calabrese
C’è anche un calabrese tra gli antipapa. Si tratta di Giovanni Filogato, nato a Rossano il 19 giugno 921. Eletto antipapa col nome di Giovanni XVI°, in opposizione al papa legittimo, Gregorio V° cugino dell’Imperatore Ottone III. Filogato subì, ad opera dei soldati di Ottone, la tortura, con gravi mutilazioni, e la successiva condanna come usurpatore e traditore da parte di un concilio convocato dal papa Gregorio V°. Rinchiuso in carcere, vi moriva dopo pochi mesi tra atroci sofferenze.