La maglia bianca al Giro d’Italia nel 1981 e la convocazione sfiorata al mondiale, il racconto dell’uomo simbolo del ciclismo calabrese
Pino Faraca era nato a Cosenza il 29 agosto 1959. Primo di sette fratelli, ma soprattutto figlio di Francesco Faraca, ciclista dilettante negli anni ’50, matura una passione viscerale per la bicicletta. Tanto che la sua prima bici, una 14 verdina tipo Legnano, se avesse potuto, se la sarebbe portata anche a letto. Invece per un solo istante la lasciò fuori dalla porta di casa, e della 14 non si è mai più saputo nulla. Ma questo non fermò la sua strada, percorsa tutta pedalando.

Corre tra i dilettanti tra il 1976 e il 1980, riuscendo ad aggiudicarsi circa cento vittorie. Nel 1980 vinse peraltro il Giro della Campania e stabilì il record nella scalata della Bologna-Raticosa, percorsa in 1.18’52”, record che durerà fino al 2001. Passò professionista nel 1981 con la Hoonved-Bottecchia di Dino Zandegù, diventando così il secondo calabrese di sempre ad entrare nella massima categoria ciclistica dopo Giuseppe Canale, attivo tra i pro nel 1959. Al suo primo anno tra i professionisti impressiona al Giro d’Italia. Riesce infatti a vincere una tappa, la cronosquadre Lignano-Bibione, ma soprattutto ad indossare la maglia bianca di miglior giovane e portarla fino a Milano.

La gran bella figura fatta al Giro d’Italia del 1981 fa sì che Faraca entri nella rosa della nazionale italiana di ciclismo che in quell’anno stava preparando il mondiale di Praga. Purtroppo una brutta caduta al Giro dell’Appennino lo costrinse in coma per una settimana e rese difficile il recupero. La stella aveva brillato immensamente, ma purtroppo da quell’episodio Pino non riuscì più a ripetersi allo stesso livello, abbandonando il ciclismo professionistico nel 1986 a soli 27 anni. Cominciò così un’altra vita, quella di pittore. Nelle sue tele ricompaiono le gesta del ciclista di un tempo: «Vincerò le mie Tre Cime di Lavaredo quando qualcuno, guardando un mio quadro, senza paura di sbagliare dirà: “È un Faraca”». Purtroppo nel 2016 un male incurabile lo strappò ad entrambe le sue passioni.