A 800 anni della sua morte, oggi 4 Agosto, la Chiesa Cattolica festeggia San Domenico di Guzmán, fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori, molto amato dal popolo calabrese.
Già da piccolo iniziò a frequentare corsi di teologia e filolosofia, dimostrando da subito la sua forte inclinazione agli studi ed avvicinandosi fortemente alla parola di Dio.
Il suo immedesimarsi profondamente nel prossimo, lo portarono a regalare tutti i suoi averi ai poveri comprese delle pergamene allora preziosissime, in quanto la carta stampata non era stata ancora inventata. Una sua celebre frase viene riportata dai posteri: “Come posso studiare su pelli morte, mentre tanti miei fratelli muoiono di fame?”.
A 24 anni divenne “un canonico”, un modo di vivere basato sugli insegnamenti impartiti da Sant’Agostino, predicando voti solenni di obbedienza, povertà e castità.
Dopo essere stato inviato dal Pontefice Innocenzo III a sud della Francia a predicare la parola di Cristo, Domenico ebbe una visione durante la quale la Vergine Maria gli indicò il rosario come la preghiera più efficace per combattere le eresie.
Da quel momento il rosario si diffuse dappertutto fino a diventare una delle più tradizionali preghiere mariane.
Morì a Bologna dove ancora oggi, nella basilica a lui dedicata, sono conservate le sue reliquie, circondato dai sui confratelli.
Il 13 luglio del 1234 Domenico venne canonizzato da Papa Gregorio IX nella Cattedrale di Santa Maria Assunta a Rieti.
Il confratello Lacordaire lo descrive con queste parole: “Tenero come una mamma, forte come un diamante”.